La vita del traduttore freelance può essere stressante, specialmente se si è novellini e si vuole accettare qualsiasi offerta, ma rilassarsi è possibile.
Sappiamo tutti che il traduttore freelance maneggia l’arte della flessibilità con incredibile destrezza. Può facilmente mettere il computer in un angolo della scrivania, sulle ginocchia, su uno skilift, che si trovi a New York, sull’Himalaya o su una spiaggia delle Seychelles. È proprio questa la realtà dei traduttori professionisti: tra creme solari e costumi da bagno, un cliente può richiedere una traduzione urgente in qualunque momento…
Una relazione unica cliente-fornitore da assecondare
E questa modalità di lavoro l’abbiamo voluta noi! Il fatto di trattare direttamente con il cliente, di offrirgli una gestione personalizzata e più che fidata, il tutto senza alcun intermediario, ci obbliga, anche in vacanza, a lasciare che il nostro gelato si sciolga a bordo piscina per rispettare le tenere esigenze del cliente. È il nostro grande difetto, non sappiamo dire di no. La legge del mercato ci obbliga, soprattutto quando siamo agli inizi.
Gli inizi da incubo
Non dimenticherete i primi tempi da freelance! In futuro ci riderete su: lavorare tanto, sollecitare la propria agenzia di traduzione, proporsi e tradurre senza contare le ore. Solo il poster formato gigante incollato lì, davanti a voi, sul muro, vi ricorda che le palme da cocco e le spiagge dall’acqua cristallina esistono ancora e che un giorno saranno tutte per voi! Ma, ahimè, aspettando di sguazzare nell’acqua tiepida, pianificate circa tre anni al ritmo sfrenato di dieci ore al giorno e sei giorni a settimana.
È vacanza un po’ tutti i giorni
Certo, non è tutto così negativo.
Anche se lavorate durante i giorni festivi per una traduzione da consegnare “il giorno prima”, bisogna saper relativizzare.
D’altronde, guardate: mentre scrivo questo articolo sono a casa e sono due ore che traduco in pigiama, con un tè di Ceylan, bollente, nella mia tazza di Spiderman preferita e penso già di uscire a fare compere. Una flessibilità lavorativa che ricadrà sulla qualità della traduzione effettuata. Un’agenzia di traduzione vi garantirebbe la stessa flessibilità? Ne dubito.
Per concludere, bisogna soprattutto organizzare la propria agenda prima di pianificare le proprie vacanze. Pur riuscendo a gestire la mole di lavoro, bisogna infatti ammettere che ci sono spesso dei contrattempi. E, a meno che non decida di rinchiudere degli schiavi bilingue in cantina con i compiti del giorno, sarebbe impossibile per me partire per più di una settimana senza il computer poiché il richiamo della tastiera QWERTY è troppo forte. O siamo connessi del tutto o non lo siamo per niente.
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