Poter leggere le riflessioni di un/una collega permette al traduttore di avere accesso a una miriade di informazioni.
«Io non faccio traduzioni, io sono una traduttrice».
Nella professione così solitaria del traduttore freelance, avere l’occasione di leggere le riflessioni di un/una collega permette di avere accesso a una miriade di informazioni e costituisce un’ottima fonte di conforto (poiché ci si confronta con chi condivide le stesse difficoltà) anche se a volte si scatena una vera e propria rabbia.
È il caso dell’articolo pubblicato su Slate.fr e firmato da una delle traduttrici del giornale che ha deciso, in quell’occasione, di uscire allo scoperto e svuotare il sacco, dopo un’inopportuna visita dal (suo) medico (seppure ben intenzionato).
Al fine di abbattere gli stereotipi e dissipare le incertezze artistiche che circondano la professione del traduttore, Bérengère Viennot, oltre a fornire dati molto utili sulle tariffe, propone una dichiarazione universale al contrario della quale riportiamo in seguito i principali articoli:
Un traduttore freelance non è:
– un dizionario
– un prof
– semplicemente portato per le lingue
– una persona disponibile
– un interprete
Inoltre:
– il traduttore freelance non ha paura di Google Traduttore
– il traduttore freelance non guadagna due soldi
– il traduttore freelance non vuole lavorare in un’agenzia
– il traduttore freelance non lavora a caso
Sorge allora una domanda fondamentale: qual è la vera natura del traduttore freelance?
Vi do solo qualche indizio e invito i miei colleghi a completare l’elenco:
Il traduttore freelance è:
– un cercatore di parole
– un navigatore di una miriade di pagine Internet
– una ruspa scavatrice che scava nel senso di una frase fino all’altro capo del mondo
– un brillante falsario che riproduce delle opere a modo suo senza tradirle
– un traghettatore di lingue
– un mago che dona un senso a misteriosi grovigli di sillabe
– un giocoliere di espressioni
– un risolutore di rompicapo linguistici
– un decriptatore di sigle internazionali
– un pompiere che spegne gli incendi senza dormire per 48 ore (ovviamente, nessuno fa caso al proprio colorito cadaverico quando consegna il lavoro)
– ….
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