12
24
2021
Pause & Play Traduttori freelance

Traduttori freelance e periodi di stallo

È risaputo che la maggior parte dei traduttori al mondo sono freelance e che le prime fasi di questa avventura sono spesso noiose.

“Periodi tranquilli? Io mai avuti!”

Un’esclamazione questa che potrebbe ben riassumere la tanto amata carriera del traduttore freelance. È risaputo che la maggior parte dei traduttori al mondo sono lavoratori autonomi e che le prime fasi di questa avventura sono spesso noiose. I fatti parlano da soli! In effetti, è all’inizio della carriera di traduttore freelance che si manifestano le capacità imprenditoriali… oppure no. In questi momenti di grande incertezza, scordatevi le pause! Dobbiamo fare di tutto: cercare potenziali clienti, organizzare il lavoro, pianificare, occuparci della contabilità, risolvere eventuali problemi tecnici, elaborare una strategia di marketing. Per quanto mi riguarda, con un MBA in amministrazione aziendale internazionale, questo aspetto non è mai stato un gran problema. Eppure i periodi di quiete sono rari per coloro che non possono goderseli…

Piccolo sondaggio

Prima di iniziare a scrivere questo articolo, curioso come sono, ho pensato di chiedere ad alcuni colleghi e amici traduttori freelance come organizzassero il loro tempo nei periodi più tranquilli. Ecco uno spaccato delle risposte alla mia domanda quasi inconcepibile:

  • Finisco le traduzioni urgenti.
  • Preparo da mangiare per il giorno dopo, perché altrimenti non ho tempo per cucinare. Cerco anche di fare un’ora o due di attività fisica.
  • Preparo le fatture e pago le bollette.
  • Lavoro a un ritmo più lento. Soprattutto di notte, per non essere costantemente interrotto dal telefono e dalle email in arrivo.
  • Vado in spiaggia! -Veramente?! – Sì, ma solo di sera, perché devo tenere in conto le 5 ore di differenza con Parigi.
  • La domenica mi concedo una pausa, dormo fino a tarda mattinata e spizzico qualcosa mentre leggo il giornale. C’è da dire che durante la settimana mi alzo alle 6 e non trovo nemmeno il tempo per fare colazione o leggere i giornali.

Inutile fingere. Noi, piccoli traduttori freelance, ci sentiamo spesso in colpa nei periodi più tranquilli. Lavorando con clienti diversi, per non fare di tutta l’erba un fascio, dobbiamo adattarci alle esigenze di ogni singolo cliente. Pertanto, la preparazione delle fatture mensili richiede molto tempo e non è raro avere più di un account. Scoprirete dunque molto presto che i periodi di stallo spesso arrivano proprio nel momento in cui è opportuno fare un bilancio, dare un’occhiata alle statistiche sulla produttività ed ad altre piccole percentuali che hanno il potere di tranquillizzarci moltissimo. Tutto ciò richiede tempo.

Fai un po’ di ordine

Lo sviluppo personale è fonte di benessere, e quindi anche di produttività: bisogna osare dire no alla tastiera QWERTY per coccolarci un po’ . È questa la vera chiave del successo! Quindi, apri la finestra, vai sul balcone e grida: “Viva la pausa!”. Tuttavia questo modo di fare può rivelarsi problematico… Prima di essere imprenditori, siamo innanzitutto esseri umani, spesso guidati da un’emozione che ha il potere di demolire ogni cosa: la paura, questa grande, terribile paura di non vincere alcun contratto e di veder crollare la nostra piccola attività di freelance costruita con fatica. In questi tempi in cui dilagano l’inquietudine e le preoccupazioni così come gli errori lessicali, prendersi una piccola pausa ogni tanto non può che fare bene. Quindi, fate come me, cogliete l’occasione per uscire all’aria aperta e correre un po ‘, per fare qualche traduzione veloce e divertente per un’organizzazione senza scopo di lucro, o per fare qualcosa di utile e divertente allo stesso tempo, come una partita a scarabeo in una lingua scandinava, è rilassante e le risate sono assicurate!

La mia storia personale: uno sguardo al futuro

Pur condividendo questo tipo di atteggiamento, quando ho iniziato, essendo un esperto di marketing (sic!) avevo altre preoccupazioni. In qualità di cittadino francese con residenza permanente in Argentina, dedicavo la maggior parte del tempo libero a cercare la soluzione migliore per ottenere una copertura adeguata alle mie esigenze in caso di incidente. Questo perché, detto molto sinceramente, la copertura sanitaria nel mio paese di residenza è disastrosa. Inoltre lo ammetto, tendo spesso a inciampare e a mancare un gradino delle scale (raramente mi succede al piano terra, non chiedetemi perché). Così girovagavo di compagnia assicurativa in compagnia assicurativa per trovare quella che più mi si addicesse. Cercavo un’assicurazione sanitaria personalizzabile, che mi permettesse di ottenere un’indennità esentasse non dovendo far altro che concentrarmi sul mio benessere. Nella peggiore delle ipotesi, l’importo rimanente dell’indennità andrebbe a un terzo. Del resto, con questa ricerca ho esaurito tutte le mie pause per più di un anno!

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Questo articolo è stato scritto da Fabrice

Economista, linguista e investitore, Fabrice è il cofondatore di Cultures Connection, di cui è direttore operativo.